Perché proteggere la Posidonia oceanica è di vitale importanza?

Posidonia oceanica, la pianta marina più preziosa del nostro mare, sta regredendo in tutto il Mediterraneo, e con sé trascina via tutti i benefici che essa stessa è in grado di apportare alla nostra vita. Cambiare rotta è una necessità, prima che un dovere morale, se vogliamo consegnare ai nostri figli il mondo come ce lo hanno lasciato i nostri nonni

Posidonia oceanica, una risorsa per la pesca

Posidonia oceanica è una fanerogama marina, una vera e propria pianta (e non un alga, come spesso si pensa); gli effettivi benefici che questa pianta riesce a produrre e di cui beneficiamo tutti sono enormi.

Posidonia oceanica infatti permette di avere più pesce nel nostro mare: all’ interno dell’ingarbugliato intrigo dei suoi fusti (che si chiamano “rizomi”) e sulla folta chioma delle sue foglie trovano riparo tanti piccoli pesci che, da adulti, potranno riempire le nostre tavole o abboccare ai nostri ami.

Nelle praterie di Posidonia, inoltre, un sacco di piccoli animali come crostacei, molluschi, vermi, ricci e tanti altri ancora, che costituiscono il nutrimento per molte specie di importanza commerciale. Perdere le praterie di Posidonia oceanica significa ridurre drasticamente il pesce a disposizione di tutti noi.

Posidonia oceanica può salvare le nostre spiagge

Quando si nuota in acque basse ricche di questa magnifica pianta, o si passeggia sulle rive di una spiaggia dove le foglie morte si sono accumulate col tempo, spesso ci viene da pensare che si tratti di un vero fastidio, sentire le foglie vicino ai piedi in acqua o l’odore forte sulla sabbia.

Qualcuno potrebbe addirittura pensare: “ah, quanto sarebbe bello se questa pianta non ci fosse, la spiaggia sarebbe decisamente meglio”. E invece quella spiaggia, senza la Posidonia oceanica, potrebbe non esserci affatto. Infatti la matte (l’intrigo dei rizomi che cresce in verticale, formando delle vere e proprie barriere) e il manto fogliare frenano la forza delle onde e trattengono il sedimento, impedendo al mare di appropriarsi di pezzi di spiaggia come accade dove la pianta non è presente. Gli accumuli di foglie sulla battigia, poi, (le cosiddette “banquettes”) collaborano in questo senso a trattenere la sabbia della spiaggia lontana dall’acqua del mare.

Posidonia oceanica ci dà ossigeno e sequestra la CO2

Anche se non lo diremmo, una parte significativa dell’ossigeno prodotto sulla terra e a nostra disposizione proviene dal mare, grazie all’azione fotosintetica dei tanti organismi autotrofi che vi abitano. E tra questi, una parte rilevante alle nostre latitudini è attribuibile a Posidonia oceanica.

Inoltre questa pianta è in grado di sequestrare l’anidride carbonica, utilizzandola per produrre i propri fusti. poiché queste strutture rimangono intatte in mare per decenni, portano così via una parte del gas che è responsabile della acidificazione progressiva dei nostri mari e, insieme ad altri, del cambiamento climatico in atto.

Posidonia oceanica, una pianta da salvare

Questi sono solo alcuni dei cosiddetti “servizi ecosistemici” che Posidonia oceanica è in grado di svolgere e dei benefici che offre alla nostra comunità. Purtroppo Posidonia, come molte altre piante marine in tutto il mondo, sta vivendo un periodo di grande difficoltà a causa dell’inquinamento e della cattiva gestione della fascia costiera. Anche le ancore delle nostre barche, arando il fondo e strappando via i rizomi, contribuiscono alla distruzione di questo preziosissimo habitat.

Le istituzioni, per proteggerla, creano sempre più spesso Aree Marine Protette dove viene vietato l’ancoraggio e la pratica di attività potenzialmente distruttive, ma questo non basta. Il rispetto deve venire da tutti noi, che con le nostre azioni di ogni giorno dobbiamo imparare a rispettare questa preziosissima risorsa al di là de limiti imposti dalla legge e dai confini dei parchi marini. Ad essere in gioco è il nostro stesso destino.

Foto: 

Pino Bucca –  https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2955195

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